TAIKO - Corso di tamburi giapponesi
Il corso si propone di insegnare le basi del suono dei tamburi giapponesi, ispirandosi ai ritmi tradizionali.
Il corso è consigliato dai 18 anni.
Da novembre a maggio, SABATO h 14.30 - 16.00
Ti aspettiamo sabato 14 settembre h 10.00 per la presentazione del corso
Per la lezione di prova, informazioni ed iscrizioni: taikodo.it@gmail.com
KOTOJI
Kotoji, la via del suono del taiko è il gruppo fondato nel 2007 da Demise Takeshi, allievo di Nakamura Koji. Nato dall’iniziativa di pochi membri, l'ensemble si è espansa nel tempo e oggi conta quasi 20 percussionisti accomunati dalla passione per il tamburo giapponese e dalla ricerca di un suono autentico. Lo stile dei Kotoji è improntato allo sviluppo di un suono in grado di trasmettere l’emozione e l’energia dello spirito del taiko, nella sua forma più pura. Questo principio si declina tanto nella pratica musicale quanto nell’estetica e nei movimenti che l’accompagnano. È questa ricerca che i Kotoji vogliono condividere con il pubblico durante le loro esibizioni in Italia e all’estero. I brani del repertorio attingono principalmente alla tradizione giapponese, ma includono anche alcuni brani originali, scritti da Demise Takeshi stesso. Alla melodia creata dai tamburi si intrecciano strumenti tipici del Sol Levante, come il fue (flauto) e i chappa (piatti), creando un’esperienza evocativa e coinvolgente per qualsiasi tipo di spettatore. I Kotoji in passato hanno suonato a Milano, Firenze, Londra, Berlino e Parigi.
TAIKO
La parola taiko, composta dagli ideogrammi 太 “grosso(tai)” e 鼓 “tamburo(ko)”, indica tutti i tipi di strumenti musicali membranofoni giapponesi. Si tratta di uno strumento con una lunga storia che risale fino al 300 d.C, legata indissolubilmente allo shintoismo. Infatti nella tradizione giapponese, il taiko ha un’importanza che va molto al di là della sua natura di strumento musicale: la sua voce potente e simile al tuono è in grado di giungere fin sopra alle nuvole, alla dimora dei kami, le divinità. Proprio come nell’ascolto dei suoni della natura, dei canti degli uccelli e degli insetti, così nella musica viene prima apprezzato il timbro di un singolo suono e poi il ma, lo spazio creato dopo esso, la pausa o intervallo di tempo, concetto fondamentale dell’estetica e della teoria musicale. L’arte, per i giapponesi, non è una conoscenza ottenibile da libri, ma piuttosto acquisibile naturalmente. “Un teorico intelligente non può essere un buon artista”. “Se hai tempo per pensare alla teoria, dovresti usare questo tempo per la pratica”. Questo è un pensiero generale giapponese. La storia moderna del taiko nasce negli anni ‘50 quando Oguchi Daihachi, il fondatore degli Osuwa Daiko, ebbe l’intuizione di intrecciare il suono di diversi taiko e così facendo creò lo stile Kumi-Daiko: lo strumento si discosta così dalla funzione puramente rituale per entrare nel mondo dello spettacolo e dell’intrattenimento, senza mai abbandonare del tutto il legame con la cultura del Giappone.